Vita da piccoli
pescatori
di Giuseppe
RUSSO
“I pescatori sanno che il mare è pericoloso e la tempesta terribile,ma non hanno mai trovato questi pericoli, una ragione sufficiente per restare a riva.”
(Vincent Villem
van Gogh)
La vita dei piccoli pescatori è un intricato intreccio di sfide, sacrifici
e speranze che si svolgono tra il mare e la terraferma, lavorando con coraggio nella fatica che il giorno
sfama e la notte incerta affronta.
Sul far della sera, sfidando onde alte e tempeste, sotto un cielo che al crepuscolo
si tinge di un rosa tenue, navigano per raggiungere la “posta” dove calare le
reti o il palamito.
Giunti sul
posto, con sguardi di provata intesa, procedono con l’uso dei remi alla
“calata” lungo tortuosi sentieri marini, dettati dall’esperienza e seguendo le mire
segrete poste lungo la costa frastagliata.
Nel loro
incedere tra i flutti agitati, le barche oscillano come i loro cuori battenti messi alla prova dalla
forza del vento e dalla tenacia delle correnti marine.
L’incognita del rischio, sempre
presente, vive nei loro silenzi, nelle preghiere e nel ricordo costante di un patto eterno,
sempre vivo, che si regge da secoli sul rispetto “dovuto” al più forte.
La vita dei piccoli pescatori è molto
più di una semplice lotta contro gli elementi. È una lotta contro il tempo, la
sorte e le incertezze economiche.
I loro strumenti di lavoro “reti,
lenze, ami” sono le armi con cui sfidano la natura, sperando di raccogliere i
frutti del mare. Ogni cattura è una scommessa, tra la
speranza di un ricco bottino e la paura di tornare a casa a mani vuote.
Così ogni giorno, prima del sorgere del sole, si preparano a salpare con le loro barche, tra le onde che sussurrano e i venti che sibilano
forte, verso un destino incerto fatto di speranze e sogni intrappolati tra le
maglie di una rete.
Le reti
tirate a mano con forza, raccolgono storie di vita, di fatica, di stenti e di
morte, e il frutto dell'antica danza tra l'uomo e il mare.
Con le mani
callose solcate da tagli doloranti e gli occhi stanchi, nel viaggio di ritorno
al porto, contemplano sul legno consumato dal tempo il tesoro dell'acqua,
speranza e durezza mescolate in un tormento eterno.
Giunti nel porto, le spalle piegate dal peso del
lavoro, portano con loro il pescato del giorno e il peso delle sfide che hanno
dovuto affrontare con ardore.
La loro vita è fatta di notti brevi e insonni
e di giorni lunghi e operosi, fatti di ripezzi* di armature*di palamiti e
sogni, e prescinde dal duro freddo d’inverno e dal caldo cocente del sole in
estate.
Custodi di tradizioni antiche, i piccoli pescatori, sono legati
indissolubilmente alla cultura e alla storia dei luoghi in cui operano e la
loro vita è caratterizzata da una bellezza e una nobiltà uniche.
Sono loro, infatti, i
veri guardiani del mare, e i loro racconti e le loro gesta sono intessuti
nell'essenza stessa delle comunità costiere.
Per sopravvivere, incrociano con coraggio le onde e
portano nel loro cuore la speranza di un buon ritorno e il desiderio di
tramandare, un giorno, il proprio patrimonio alle generazioni future come un
dono prezioso.
(A: Nando Orlando, Vincenzo Orlando e
*(Rimagliare le
reti rotte o usurate)
*(L’arte del
costruire il palamito)
(Raccolta I miei Quadriversi aprile 2024)