La solitudine del papavero bianco
Nel campo di papaveri ardenti e rossi, all’ombra
di un rudere abbandonato, s’erge solitario un papavero bianco, un'anima diversa
tra i suoi simili, che cresce in silenzio tra il verde brillante del giovane
grano che ondeggia al vento d’aprile.
Con occhi diversi, guarda il mondo sognando un cielo meno ardente e cupo,
un luogo dove i colori siano rari, dove la sua candida essenza possa finalmente
splendere.
Non parla, non chiede, non grida al vento, ma ondeggia e accarezza il
silenzio con i suoi petali lievi fatti di candida carta stropicciata.
Soffia il vento e sente il suo tormento, mentre solitario e nascosto cresce
in attesa che qualcuno lo noti.
Oh papavero bianco, che solitudine senti? Nel mezzo di una folla che non ti
vede, vivi la tua vita in un mondo di infinita bellezza e rara purezza che
sfida ogni conformità.
Nel tuo bianco c'è una luce, che ispira speranza, una certezza, che non si
perde nel rosso, ma brilla come lampo di luce nel buio.
Così il papavero bianco, tra i rossi ardenti, trova in sé la forza di
essere diverso e forte e nella sua solitudine trova un nido, un luogo caldo,
dove il suo bianco è un inno d’amore, di speranza e di pace.
(Raccolta i miei "Quadriversi" Aprile 2024)